"Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura"

Presentato oggi in Sala Stampa Vaticana il Messaggio del Santo Padre
per la 55ma Giornata Mondiale della Pace

"In ogni epoca, la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso. C’è, infatti, una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona.[1] Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati". È un passaggio del 55° Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, che ricorre tradizionalmente il 1 gennaio, presentato oggi presso la Sala Stampa della Santa Sede.

 

Ad illustrare i temi del messaggio di Papa Francesco, dal titolo quest'anno "Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura", sono intervenuti il  Cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Sr. Alessandra Smerilli, Segretario ad-interim del Dicastero, Padre Fabio Baggio, Sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero, e il Dr. Aboubakar Soumahoro, Presidente di Lega Braccianti e portavoce di Invisibili in Movimento. 

 

Facendo eco alle parole del Santo Padre e con riferimento all'Enciclica Fratelli tutti, il Card. Turkson ha detto che "Nonostante gli ostacoli, le differenze e le diverse prospettive sul modo di raggiungere la coesistenza pacifica", l'esigenza di coinvolgere nel processo di pace la gente comune, le comunità più trascurate "ci chiama a perseverare nella lotta per promuovere una cultura dell'incontro. Ciò richiede di porre al centro di ogni attività politica, sociale ed economica la persona umana, che gode della massima dignità, e il rispetto del bene comune". (Fratelli tutti, 231-2) . 

 

"I giovani ci propongono un'alleanza per dare risposte al grido della terra e dei poveri, per favorire condizioni di lavoro dignitose per tutti" perchè "non c’è giustizia senza lavori giusti, senza lavoro per tutti, senza lavori decenti e rispettosi per tutti" ha osservato Sr. Smerilli. Il Segretario ad-interim ha poi definito il lavoro come un'"espressione della nostra identità e dignità, della nostra vocazione sociale e relazionale, del nostro custodire e coltivare la terra, con Dio e con gli altri", annunciando l'impegno del Dicastero nel prossimo anno proprio sul tema del lavoro. Quindi l'invito a "rimettere la cura, espressione del principio di fraternità, al centro del patto sociale". 

 

Per Padre Baggio, "Il mondo è la nostra casa comune, l’unica dimora possibile per la nostra famiglia comune. E tanto la famiglia comune quanto la casa comune perdono sempre quando si verificano guerre al loro interno. I governanti che pensano di risolvere i problemi con il conflitto armato appartengono al passato, non al futuro". 

 

Aboubakar Soumahoro, infine, ha rimarcato l'esigenza di "avviare una rivoluzione spirituale capace di calarsi nelle dinamiche della vita reale, anche per ricostruire il senso di appartenenza alla stessa comunità umana". Serve "ridare speranza - ha concluso - e non esasperare le sofferenze, unendo e federando persone diverse ma accomunate da bisogni e sogni comuni". 

 

[1] Cfr Lett. enc. Fratelli tutti (3 ottobre 2020), 231.

FOTO galleria - conferenza stampa

21 dicembre 2021