Conferenza Internazionale “Droghe e Dipendenze, ostacolo allo Sviluppo Umano Integrale”

Parola di benvenuto del Card. Peter Kodwo Turkson

 

Saluto cordialmente le Vostre Eminenze ed Eccellenze, il Corpo Diplomatico, le Autorità Istituzionali, nonché i relatori, i moderatori e tutti i partecipanti a questa Conferenza Internazionale. È un piacere per me darvi il benvenuto e vi ringrazio per esservi resi disponibili per queste tre giornate di riflessione e dialogo.

 

Permettetemi di esprimere il mio ringraziamento e la mia ammirazione, in particolare modo, a tutti coloro che ogni giorno si impegnano, a vari livelli, nella lotta al traffico illecito di stupefacenti come anche nella prevenzione, educazione, cura e riabilitazione di tutte le vittime della droga e delle altre dipendenze, delle quali avremo modo di parlare in questi giorni di Conferenza.

 

Il titolo scelto per questa Conferenza Internazionale: “Droghe e Dipendenze: un ostacolo allo sviluppo umano integrale”, vuole porre l’accento sul pericolo delle dipendenze che compromettono gravemente l’uso della facoltà umana di libertà, e impediscono lo sviluppo della totalità della persona, in ogni sua dimensione, nonché la promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo.

 

Lo sviluppo umano integrale comporta una libera e solidale assunzione di responsabilità da parte di tutti e richiede una visione trascendente della persona in quanto senza Dio, lo sviluppo viene negato oppure affidato alle mani dell’uomo, gravemente diminuito nella sua libertà e soggetto d’una visione tristamente ridotta al momento presente, ai bisogni immediati, e ad un eccessivo individualismo. Nella sua dipendenza, la persona ospita una specie di illusione di non-vulnerabilità ed immortalità, facendo cadere la persona nell’errore di poter approfittare della vita senza preoccuparsi dell’avvenire e dell’eternità.

 

Viviamo in un universo in cui gli individui hanno sempre meno la coscienza dei limiti e dove tutto sembra accadere come se le difficoltà esistenziali potessero trovare una soluzione ed una risposta attraverso il ricorso a prodotti che farebbero dimenticare i problemi, calmerebbero le inquietudini e darebbero l’impressione di vivere in una vita quasi perfetta, sia pur irreale. In questa logica, è facile cadere nelle dipendenze che sono indizio di una difficoltà nell’accettare la propria esistenza e nel riconoscerne il senso, spesso per mancanza di una crescita della vita interiore e di una vera strutturazione della personalità, che aprono la via dell’unificazione dell’essere.

 

La dipendenza dalla droga come anche quella da internet, dai giochi, dal sesso, ledono fortemente la libertà della persona, che è l’espressione fondamentale della dignità di ogni essere umano. Nel mio Messaggio, scritto in occasione della Giornata Mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga 2018, ho richiamato le parole di Papa Francesco, affermando che il dramma lacerante della droga è un male che minaccia la dignità e la libertà di agire di ogni persona e spezza progressivamente l’immagine che il Creatore ha plasmato in noi. Questa piaga va condannata fermamente perché alimentata da uomini senza scrupoli, che, cedendo alla tentazione di facili guadagni, seminano morte stroncando speranze e distruggendo tante famiglie. La droga, come anche le altre dipendenze, è una ferita inferta alla nostra società che intrappola molte persone in una spirale di sofferenza e alienazione.

 

Questa Conferenza rientra quindi pienamente nella nostra missione al servizio della persona, specialmente quando è più debole; perché “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.” (GS, 1) .Pertanto la vulnerabilità delle persone con dipendenze ci offrono un luogo, un’occasione per unire le forze per studiare a fondo il problema, attraverso la riflessione e la discussione, e per mettere in condivisione le pratiche migliori da seguire, al fine di operare un programma di cura e la riscoperta della dignità di quanti si sono lasciati sedurre da droghe e dipendenze. Riprendere in mano la propria vita, tornare a riconoscere la dignità che ognuno porta in sé, è il primo passo per tornare a sperare in una vita piena e realizzata.

 

In questi giorni vivremo anche un tempo di fraternità, che è nel cuore dell’esperienza cristiana. Celebreremo l’Eucaristia, sacramento di unità e riconciliazione tra di noi e con noi stessi, pregando per le vittime delle dipendenze, per le loro famiglie, per coloro che se ne prendono cura nonché per tutti gli uomini e le donne di buona volontà che lavorano per garantire un mondo libero dalle dipendenze.

 

Auguro a tutti un proficuo tempo di riflessione e dialogo, dando con gioia inizio ai lavori!

 

Città del Vaticano, 29 novembre 2018

29 novembre 2018