
La nota tematica “Giubileo 2025: remissione del debito ecologico”, a firma del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, è stata pubblicata martedì 24 giugno ed è scaricabile in 5 lingue.
Nel documento si spiega come Il debito finanziario e quello ecologico rappresentino oggi due facce della stessa medaglia. Se da una parte, infatti, sui Paesi in via di sviluppo grava oggi un debito economico che ha radici lontane e che la pandemia non ha fatto altro che aggravare, questi soffrono anche le conseguenze più gravi della crisi climatica, pur non essendone tra i maggiori responsabili.
Ma cosa si intende per debito ecologico e cosa comporta veramente? La nota evidenzia come le economie più industrializzate siano le principali artefici della crisi climatica, anche per via dello sfruttamento delle risorse naturali dei Paesi più poveri, che però sono privi “delle risorse economiche e infrastrutturali necessarie per adattarsi o reagire”, cumulando così crisi economica e crisi ambientale, con inevitabili conseguenze sullo sviluppo umano della popolazione.
In tale prospettiva, il condono del debito finanziario che grava sui Paesi più poveri non dovrebbe essere visto come un gesto di solidarietà e generosità, bensì come un gesto di giustizia riparatoria. Una simile iniziativa non sarebbe un atto punitivo, bensì un viatico alla costruzione di una nuova alleanza tra i popoli, che abbia a cuore la giustizia sociale e la cura del creato.
Sulla spinta del Giubileo della Speranza e ispirata dalle parole di Papa leone XIV, la Chiesa, fedele ai principi della Dottrina Sociale, rinnova il suo impegno pastorale per la giustizia ecologica, sociale e ambientale. Per questo il documento invita le Chiese particolari a favorire, nei diversi contesti sociali, una conversione ecologica integrale “personale e comunitaria”.
Si segnala che il presente lavoro si è avvalso dell’analisi congiunta di CAFOD - Catholic international development charity, The Jesuit Justice and Ecology Network – Africa (JENA) e Deloitte, che ha portato alla pubblicazione del documento Bridging the North–South Divide: A Shared Responsibility for Economic and Ecological Justice.