I rappresentanti della Rete di Ospitalità Atlantica si incontrano in Senegal

La Chiesa cerca di accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti che attraversano la Rotta Atlantica

I rappresentanti della Rete di Ospitalità Atlantica si incontrano in Senegal

Una delegazione dei rappresentanti della "Rete di Ospitalità Atlantica", una rete ecclesiale impegnata nella protezione dei migranti in diversi paesi africani e in Spagna, si è riunita a Dakar, in Senegal, l'8 e il 9 maggio scorsi per riflettere assieme sul lavoro svolto, per confrontarsi sulle sfide e promuovere nuove iniziative. 

Il workshop è stato organizzato a ridosso della Quinta Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale Regionale dell'Africa Occidentale (RECOWA/CERAO), che si è tenuta, sempre a Dakar, dal 5 al 12 maggio alla presenza di delegazioni provenienti da 17 Paesi dell'Africa Occidentale. Nel corso dell’Assemblea, Mário Almeida, coordinatore regionale del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha pronunciato un discorso incentrato sulla pastorale migratoria.

 Il workshop della Rete di Ospitalità Atlantica ha riunito le parti interessate nel processo, provenienti da diverse diocesi africane e spagnole situate lungo la rotta, per rafforzare le sinergie e continuare a lavorare insieme.

La cosiddetta "rotta atlantica" è utilizzata dai migranti che, dal continente africano, cercano di raggiungere l'Europa attraverso le isole Canarie. I Paesi coinvolti nella Rete di Ospitalità Atlantica sono proprio quelli maggiormente interessati da questo fenomeno, in particolare: Senegal, Capo Verde, Gambia, Guinea-Bissau, Guinea Conakry, Mali, Marocco, Mauritania, Sahara Occidentale e Spagna.

Il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (DSSUI) sostiene questo processo fin dal principio e, all’incontro di Dakar, era rappresentato da alcuni officiali: Mons. Moise Dembele, Don Sylvester Berinyuy, Mário Almeida e Andrea Marchesani.

Accompagnamento della Rete dell'Ospitalità Atlantica

I vescovi e gli altri operatori pastorali delle aree coinvolte nella rotta atlantica sono sempre più preoccupati per le drammatiche dinamiche in cui si trovano coinvolti i migranti che intraprendono questo pericoloso cammino partendo da diversi paesi dell’Africa per raggiungere il Marocco e le città di Ceuta e Melilla, attraversando il deserto.

Per rispondere a questa preoccupazione, nel gennaio 2022, il Dicastero ha organizzato una prima consultazione online con i Vescovi interessati per promuovere il dialogo e la cooperazione pastorale per affrontare la complessa situazione. In quell’occasione, una delle proposte emerse è stata quella di creare una rete tra le diocesi che si trovano lungo il percorso per fornire informazioni utili e affidabili e, quando necessario, offrire servizi di assistenza a coloro che sono già in viaggio, a chi pianifica di partire e anche a coloro che tornano a casa.

Una seconda consultazione con i Vescovi è stata organizzata nel maggio 2024 per presentare i progressi del lavoro svolto dalla Rete e comprendere le nuove sfide da affrontare. Contemporaneamente, si sono tenuti incontri virtuali tra i delegati diocesani per le migrazioni.

Un risultato concreto di questo lavoro è stata la pubblicazione di una prima versione della Guida all'ospitalità Atlantica che propone risorse importanti per offrire un’assistenza adeguata ai migranti che decidono di percorrere la rotta atlantica; inoltre, fornisce indicazioni utili per facilitare l'accesso alle informazioni e alla comunicazione nei Paesi di transito e di destinazione.

Infine, è nata la volontà di organizzare un incontro in presenza tra i delegati delle diverse realtà coinvolte nella Rete per condividere esperienze e buone pratiche, volontà che si è concretizzata nel workshop di Dakar di maggio 2025.

Il workshop è stato ospitato da Caritas Senegal e co-organizzato da Rete Africa Europa per la mobilità umana (RAEMH) e dalla Sottocommissione Episcopale per le Migrazioni e la Mobilità Umana della Conferenza Episcopale Spagnola (CEE)

All’incontro hanno partecipato anche rappresentanti di organizzazioni che non fanno ancora parte della Rete ma che potrebbero essere coinvolte in future iniziative; tra loro, Manos Unidas, Caritas Spagna e Caritas Italiana. L’evento ha ottenuto anche il sostegno della Commissione Cattolica Internazionale per le Migrazioni (ICMC) e del Gruppo di lavoro sulle migrazioni del SECAM (Simposio delle Conferenze Episcopali d’Africa e Madagascar).

Il workshop è iniziato con una condivisione di gruppo in cui i partecipanti hanno parlato delle sfide e delle opportunità della rotta migratoria atlantica. Inoltre, sono state portate all’attenzione di tutti le buone pratiche emerse dal lavoro delle singole realtà, nel tentativo di trovare spunti validi per un futuro impegno comune. Nel secondo giorno, stata organizzata una visita a uno dei punti da cui i migranti partono, il villaggio di pescatori di Kayar, dove sono state raccolte anche le testimonianze di due migranti tornati in Senegal.

In alcune dichiarazioni rilasciate al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, S.E. Mons. Fernando García Cadiñanos, Presidente della Sottocommissione Episcopale per le Migrazioni e la Mobilità Umana della Conferenza Episcopale Spagnola (CEE) e Vescovo di Mondoñedo-Ferrol, ha sottolineato "per me questi sono stati giorni di esperienza ecclesiale, sono stati giorni in cui ho riscoperto che la Chiesa è una madre e che protegge e accompagna tutti i suoi figli, specialmente quelli che devono lasciare i loro Paesi in cerca di un futuro migliore e di uno sviluppo integrale per la propria vita. Ho riscontrato come la Chiesa non li abbandona e non li lascia soli ma mette tutti i suoi mezzi e tutte le sue persone al loro servizio: dalla denuncia di situazioni in cui i diritti umani non sono tutelati, alle azioni volte ad affrontare particolari contesti di fragilità, ai progetti che cercano di portare sviluppo nei luoghi di origine e ad altre iniziative che cercano di accogliere e dare ospitalità alle persone che utilizzano la rotta atlantica verso le Isole Canarie". 

Ha poi concluso dicendo: “Credo che dobbiamo ringraziare Dio per questa esperienza che ha aiutato a collegare i diversi progetti, ma dobbiamo anche ringraziare proprio per questa volontà della Chiesa di essere una un ospedale da campo, che cerca di accogliere e di ricreare la società in modo che la fraternità diventi realtà; solo insieme si può creare un mondo in cui tutti stanno bene e in cui la dignità delle persone viene rispettata e promossa”. 

S.E. Mons. Victor Ndione, vescovo di Nouakchott, in Mauritania, ha dichiarato ai media locali: "senza incoraggiare coloro che intraprendono questa strada pericolosa, rivolgo lo stesso appello che Papa Francesco ha lanciato ai Paesi ospitanti: apritevi all’ospitalità positiva, all’accoglienza che permette ai migranti di sentirsi amati". 

 

 

15 maggio 2025